mercoledì 29 gennaio 2014

SLOVENIA & CROAZIA 2013 -3

12° GIORNO :          Dubrovnik - Primosten

Giro di boa.
Anche se siamo già oltre la metà viaggio tempisticamente parlando, da un punto di vista geografico è solo ora che inzia il ritorno.
Si torna a salire verso Nord.

-- MAPPA --

Partiamo intorno alle 10 con un sole assasino fin da subito.
Salutiamo il gentilissimo padrone di casa che ci osserva insieme ai figli mentre carichiamo la moto e partiamo.
La strada fino a Ploce è il tratto della D8 già fatto all'andata.

Riattrversiamo la Bosnia, ma molto piu tranquilli.
Questa volta i documenti li vogliono e allora ho un'idea per dissuaderli, faccio tutto pianissimo.
Perdo qualche secondo a cercare il folle con il cambio, levo un guanto quasi a fatica, poi l'altro, poi mentre faccio finta di tastarmi il giubbotto alla ricerca del portafoglio, la guardia mi fa cenno di passare... ottimo eheheh!
La strada è sublime, segue l'andatura della costa e offre panorami meravigliosi.
Traffico e turisti aumentano gradualmente avvicinandosi a Spalato.
A 30 km da Spalato sembra di stare in Italia, turisti palesemente benestanti, traffico assurdo, semafori inutili e un caldo devastante.
In realatà la situazione non diventa mai critica come potrebbe essere su una litoranea italiana nell'ora di punta e anche a Spalato le indicazioni sono molto chiare e con meno fatica del previsto ce la lasciamo alle spalle.


Dopo Spalato la D8 riprende la sua sfilza di paesaggi e curve.
Io ho deciso di fermarci tra Spalato e Sibenik in un punto che ci permetta di visitare sia il Parco di Krk che Spalato, ma decidere dove fermarsi non è facile.
Alla fine sulla mappa leggo Primosten e ricordo di aver letto opinioni positive sul paesino, così decidiamo di andarci e cercare, essendo anche intorno alla metà geografica tra i due punti di interesse.

Arriviamo a Primosten distrutti dal sole del primo pomeriggio e anche se appare subito molto carina, vediamo che è anche invasa da turisti.
Chiediamo ad una decina di persone ma è tutto già occupato.
All'ufficio turistico (privato) ci dicono che anche loro hanno finito tutto.
Andiamo avanti così per un'ora, togli-metti il casco, sali e scendi dalla moto...ma nulla, tutto pieno.

Le uniche stanze che troviamo ci chiedono 45euro a notte e sono troppe...il massimo è 30, altrimenti tenda.
Proviamo allora con i campeggi.
Ne troviamo uno piccolo, tutto strano, sembra una labirinto in verticale.
Sudato come un pollo al girarrosto, spiego ai proprietari la situazione, sono gentilissimi e cercano una stanza da amici ma anche qui nulla, mi fanno vedere le piazzole che però sono davvero piccole e infine se ne escono con una specie di bungalow, o meglio, un ripostiglio attrezzato a camera per il quale chiedono 25euro a notte.
A Vale non convince molto e allora scusandomi gli dico che proviamo a vedere più avanti.

In un campeggio sotto un'aria condizionata a manetta, mi sparano la richiesta di 30euro a notte e fuggo.
In un altro ci accoglie un tizio ricoperto da briciole di non si sa bene che, una cosa rivoltante come il campeggio stesso.
Sconfitti torniamo al primo campeggio, mi scuso infinitamente e chiedo di avere il ripostiglio-bungalow.
Abbiamo due letti, un lavandino e qualche mensola, sicuramente il punto forte è il panorama che si vede dal campeggio.

Visto l'ottimo prezzo restiamo 4 notti per fare tutto con calma.

13° GIORNO :         

Il primo giorno lo passiamo al mare, puro relax.
Visitiamo anche Primosten che è un buco di paesino.
Il classico paesino mediterraneo sul mare ma grazie alla sua particolare posizione e conformazione, in alcuni punti offre delle viste meravigliose. Purtroppo il turismo selvaggio che la fa sopravvivere ne ha anche distrutto l'atmosfera. C'è una folla di gente proveniente un po da tutta Europa e spesso molto caciarona.
Primosten (Capocesto in italiano)

14° GIORNO :           Spalato

Siamo diretti a Spalato, o Split.
60km più a sud che sembrano mille per il caldo.
Per evitare ingombri e fastidi, visto che la strada è un lento cullamento lungo la costa, abbiamo la stupidissima idea di andare in pantaloncini e meglietta.
Mai idea fu più sbagliata, il sole fin da subito brucia ma quello che ti cuoce davvero è l'aria che arriva in moto. Come d'inverno che più vai veloce più l'aria è fredda, così assurdamente più andavo veloce più l'aria era calda e scottava letteralmente come un phon puntato a bruciapelo.

A Spalato quasi rimpiango l'afa romana ma la cosa più fastidiosa è il riverbero del sole.
Ancora più di Dubrovnik la zona centrale è totalmente costruita e lastricata con marmi e pietre bianche, bianchissime, che riflettono il sole come specchi. Tenere gli occhi aperti è impossibile.


Visitiamo il Palazzo di Diocleziano, il Campanile e tutto il centro storico.
E' molto bella, tutta in stile romano e anche piccolina, dandoci modo di vedere il centro in poche ore.
Purtroppo anche qui i turisti sono tantissimi e il centro ne è intasato così ci rifuggiamo in una tavola calda a mangiare i famosi Cevapcici.
Serviti a 8 mila gradi mentre fuori ne fanno 40 non sono il massimo ma li preferisco al "gelato italiano" fatto qui...

 
Al ritorno subiamo la stessa cottura dell'andata e quando arriviamo ci buttiamo subito nel mare sotto il campeggio.

15° GIORNO :          Parco di Krk & Sibenik

Il Parco di Krk poco sopra Sibenik è praticamente sconosciuto ai più che al massimo pensano all'omonima isola di Krk. Da quello che avevo letto prima di partire valeva la pena visitarlo e mi sembrava un'ottima alternativa a fare la lucertola sugli scogli quindi si parte.

Le indicazioni sono chiare e arriviamo velocemente al parco.
Il biglietto è leggermente più basso di quello di Plitvice, sui 13euro a testa.
Veniamo caricati insieme ad altri su una navetta che altro non è che un autobus di linea tedesco degli anni 70-80 mezzo sgangherato e che serve a coprire i 2-3 km che ci separano dall'inizio del parco.
Sono i km più lunghi del viaggio, tutti in discesa, con tornanti ogni 100 metri, fatti a velocità degne del WRC e con passaggi in stile "Ruta della Muerte" ogni qualvolta si incrocia una navetta che sale.

Il parco è praticamente Plitvice ma in piccolo e con colori meno accesi.
Se si è stati una giornata a Plitvice forse si rimane delusi ma il parco comunque merita, ha dei passaggi bellissimi, offre panorami strepitosi e ha un fauna molto più visibile e presente.
Nella parte bassa poi c'è la possibilità di farsi il bagno davanti ad una cascata mozzafiato, cosa vietata a Plitvice.
Io e Vale siamo tentati ma dopo aver visto 4-5 serpenti diversi sul fondo dei ruscelli preferiamo evitare.
L'unica nota negativa è che una parte di parco richiede un biglietto aggiuntivo.

Al ritorno visitiamo Sibenik, o almeno ci proviamo ma o è davvero un buco e brutta come ci è sembrata o non abbiamo visitato Sibenik...bha!?
So solo che cercavo il ponte per il bangee jumping ma non l'ho trovato.

La sera come tutte le altre sere, ci concediamo una passeggiata a Primosten e ci mettiamo in spiaggia a mangiare una pannocchia alla brace guardando dei bambini che come criceti nella ruota si divertono a galleggiare dentro a sfere trasparenti gonfiate con l'aria.
Una cosa che non avevamo mai visto e anche molto bella, tanto da farmi lasciare il cellulare in spiaggia dopo aver scritto a mia madre "qui tutto ok".
Cosi mentre noi stavamo chiudendo la serata con una bella crepes sbrodolante il telefono di Valeria suona, è mia sorella.
A quanto pare quella sera in Italia tutta la famiglia era riunita insieme ad amici.
Qualcuno deve aver trovato il telefono e lo ha portato al signore che gestiva le "sfere dei bambini".
Il signore che sapeva 3 parole di italiano leggendo mamma, ha chiamato per dire che aveva il telefono ma mia madre sentendo dal mio telefono la voce di un croato dirle "skcnskgbwe...spiaggia...akjbci...telefono...kjasfbak...figlio...lksfn" a momenti sveniva pensando che fossi morto o simili.
Alla fine il poveraccio ha parlato con tutti i presenti a tavola che provavano in varie lingue a parlarci ma quello sapeva solo il croato e le 3 parole di italiano che diceva da ore, cosi hanno pensato bene di chiamare Valeria e chiederci che succedeva.
Quindi invece di addentare la mia succulenta crepes alla nutella mi sono dovuto precipitare in spiaggia a riprendere il cellulare, tranquillizzando mia madre e dicendogli che non c'era stata una rissa, non mi avevano arrestato ne derubato, non avevo avuto incidenti e non ero morto.

Avevo solo dimenticato il telefono in spiaggia e un signore croato più gentile di molti italiani invece di fregarselo aveva cercato di ridarmelo.
Ripensandoci dopo è stato davvero un colpo di fortuna.

16° GIORNO :          Primosten - Rijeka

Ripartiamo per l'ultima sosta croata prima di tornare in Italia.
Direzione nord, meta Rijeka, o Fiume.

-- MAPPA --

Sotto un caldo atroce superiamo Sibenik e pochissimi km dopo attraversiamo il famoso ponte che cercavo il giorno prima con la postazione per il bangee jumping ...sarei tentato ma abbiamo troppi km davanti e rosico come pochi, era da prima di partire che avevo deciso di farlo...

Continuiamo fino a Zadar, poi prendiamo un piccolo tratto di autostrada e continuiamo sulla litoranea costeggiando l'isola di Pag che è davvero vicina.
Questo è uno dei tratti più belli di tutta la costa secondo me.
L'asflato è perfetto, il traffico tranne alcuni punti è quasi assente, il panorama è mozzafiato perché la strada segue ogni piega della costa ed è a strapiombo sul mare.
Hai il dubbio se pensare alle curve o al panorama.
La cosa più bella sono i gruppetti di case dei pescatori che si scorgono nelle insenature della costa e solo per qualche istante, perché sono esattamente sotto la strada e sul mare.
Rimpiango di non esserci fermati in una di queste case per goderci quel tratto di costa ma il budget era quasi agli sgoccioli e non ero tranquillo.
Isola di Pag sullo sfondo

Tutta questa bellezza è però compensata dal caldo estremo della costa croata, qui ancora più forte per la vicinanza di Pag che blocca molto la ventilazione tipica della costa e che mette a dura prova noi e la moto.
Sento che le gomme cedono e si sciolgono letteralmente ad ogni curva sotto il peso e il caldo, i freni sento che sforzano sempre più e ringrazio di averli rivisti completamente prima di partire, la temperatura del motore è al limite perché si ripete l'effetto phon di Spalato.
I benzinai sono del tutto assenti per lunghi tratti.

Arriviamo a Fiume esausti ma voglio continuare perché qui la città è molto più ricca ed "italiana" rispetto al sud e di scritte "sobe" non se ne vedono.
Andiamo più avanti per 40km, vorrei fermarmi a metà strada tra Fiume e Pula.
All'improvviso si alza un vento freddo e violento e il cielo diventa nero in un secondo.
Mi fermo al primo paesino e il vento è talmente forte da non permettermi di lasciare la moto parcheggiata per girare a chiedere una stanza.
Sono costretto ad entrare con tutta la moto nel cortile della prima casa in cui leggo "sobe".

Ci accoglie una signora che parla benissimo italiano. Lascio la moto in un punto riparato e salgo a vedere la stanza. E' a tetto ed è tutta in legno, carinissima, sembra una baita di montagna.
Vuole 40euro a notte.
Sono un po tantini ma il tempo non permette di cercare altro, noi siamo distrutti e comunque stando attenti su altre spese essendo l'ultima tappa possiamo pagare.
Restiamo 3 notti.

Mentre scarico la moto si scatena una tempesta di vento e pioggia.
E' la prima volta da quando siamo partiti che troviamo brutto tempo.
Quest'anno siamo stati davvero fortunati, caldo e sole ci hanno seguito, anzi perseguitato e anche oggi siamo comunque riusciti a fare tutta la tappa di circa 400km e a trovare un tetto prima di bagnarci.

17° GIORNO :          Rijeka , Opatija & Pula

Grazie alla pioggia della sera prima abbiamo passato una notte stupenda, finalmente senza afa e caldo, anzi anche con un po di freschetto.
Lo stesso fresco ci accoglie la mattina quando usciamo, sono le 10 il sole splende ma non fanno più di 25gradi, è la giornata perfetta per visitare qualche città e cosi partiamo subito in direzione Rijeka.

-- MAPPA --

40km che scorrono piacevolissimi, temperatura perfetta, ne freddo ne caldo e una strada meravigliosa che corre a 200 metri a picco su di un mare incantevole con le isole croate sullo sfondo.
La strada poi è una vera pista per moto.
 

Rijeka ci lascia un po delusi, è piccolina e la visitiamo a piedi in meno di 3 ore.
Vediamo il municipio, la torre civica, varie chiese e la cattedrale di San Vito, assaggiamo qualche dolce nei vari forni, ci immergiamo nelle affollate vie del centro e nei vari mercati coperti e non.
Merita sicuramente una visita ma personalmente ci aspettavamo di più.



Ripartiamo alla volta della vicina Opatija.
Ci siamo passati un paio di volte questi giorni e ci ha incuriosito.
Sembra di stare sulla costa ligure o sulla costa azzurra e non ha nulla da invidiare per bellezza a quei posti.
L'archittetura anche è molto simile, palazzi di 3-4 piani in stile ottocentesco, grandi hotel di lusso, palme, lungo mare da favola, casinò e macchinoni.
Qui ancora più di Rijeka si sente la differenza con il sud della Croazia, pensare che Opatija e Dubrovnik facciano parte dello stesso stato, con la stessa lingua, stesse leggi e stessa economia sembra quasi impossibile.

Tra la chiesa di San Giacomo del 1400, la bellezza del lungo mare e l'enorme chiesa dell'assunzione della Madonna, lasciamo Opatija più soddisfatti del previsto, anche perché non ci aspettavamo nulla di simile.


Essendo ancora presto ci mangiamo un burec per strada e decidiamo di andare a Pula, l'estrema punta sud della penisola istriana.
Torniamo a Brsec e la superiamo seguendo le indicazioni per Pula lungo una strada a cui mancano solo i cordoli e su cui mi diverto come un ragazzino.

Ci accoglie subito un enorme anfiteatro romano, sicuramente più pulito e curato del Colosseo, ormai nero per lo smog.
Ci aspettavamo un buco di paese in riva al mare e invece Pula ci sorprende con la sua relativa grandezza, i suoi monumenti e le vie larghe e colorate.

Andiamo via piacevolmente soddisfatti da Pula e da una giornata perfetta che ci ha permesso di vedere 3 città in tutta calma e senza mai soffrire il caldo, per la prima volta.
Peccato che poi ci mettiamo un'ora a trovare la strada di casa e mi spazientisco non poco ma è il male minore.

18° GIORNO :          Pirano

La mattina ci godiamo questo stupendo mare sulla spiaggia sotto Brsec, acqua caraibica e l'Isola di Cres sullo sfondo.

All'ora di pranzo torniamo in camera, mangiamo una cosa al volo, ci cambiamo e partiamo per Piran, o Pirano all'italiana, un paesino di cui ho visto foto stupende e che dicono sia il più bello della costa slovena.
Si avete capito bene, torniamo in Slovenia per qualche ora, l'unica parte che ci mancava era il minuscolo tratto di costa e questa è un'ottima scusa.

-- MAPPA --

Questa volta non seguiamo la costa ma tagliamo l'istria seguendo varie stradine interne che offrono stupendi panorami agresti.
Attraversiamo la frontiera slovena e arriviamo a Piran.
Bhe non c'è molto da dire, è minuscolo, in meno di mezz'ora l'abbiamo girato a piedi e probabilmente una delle tante foto che si trovano su internet mostra tutto quello che c'è da vedere e da sapere su Piran.

19° GIORNO :         

L'ultimo giorno in Croazia lo passiamo a goderci il mare ripensando al meraviglioso viaggio che abbiamo fatto...

20° GIORNO :          Brsec - Ferrara

E' il 2 di agosto e mentre la maggior parte degli italiani parte per le vacanze, noi torniamo dalle nostre, ci sembra quasi incredibile.
Ma non è oggi che arriveremo a casa, abbiamo saputo che possiamo essere ospitati da alcuni parenti vicino Ferrara, quindi il viaggio continua...

-- MAPPA --

Carico la moto e partiamo di buon'ora, abbiamo davanti circa 400km ma la cosa che mi spaventa di più è il tratto italiano.
Attraversiamo di nuovo l'Istria e la Slovenia, abbastanza velocemente e senza traffico.
Le uniche difficoltà le trovo a qualche km dal confine italiano dove devo stare molto attento a non entrare in autostrada non avendo la vignetta.
Riesco ad arrivare a 500 metri dal confine italiano ma poi sembra che l'unica soluzione sia l'autostrada.
Sembra una trappola per fare multe, non compro la vignetta per 500 metri e anche volendo non c'è nulla dove comprarla.
Sperando di non incontrare polizia entro e in un secondo arriviamo in Italia "sani e salvi".

Rientrare in patria è sempre piacevole e rassicurante ma dura poco.

Non c'è cosa che odio di più al ritorno da un viaggio che pagare l'autostrada italiana, cosi superata Trieste la evito e seguo la ss14.

Mai scelta fu più sbagliata.
Ero abituato alle statali croate e slovene che passano fuori dai centri abitati e con poco traffico, invece vengo accolto da un susseguirsi di centri abitati, uscite di supermercati, semafori, attraversamenti pedonali, rotatorie, dossi dissuasori...
Abbiamo una media di 40km/h, fa un caldo bestia e dopo mezz'ora mi sono già rotto i coglioni dell'Italia.

Resto sconvolto da come quelli che molti italiani ancora considerano paesi meno civilizzati dell'Italia e ancora sofferenti per recenti guerre, siano in realtà paesi che ci mangiano in testa per qualità della vita, organizzazione ed efficenza.

Ci mettiamo più di 3 ore per coprire i 150km tra Trieste e Venezia, una via crucis infinita.

Da Chioggia riprendiamo la Romea fatta all'andata, ad agosto ancora più calda e umida.

Arriviamo intorno alle 4 esausti per il caldo ma soprattutto per il traffico e le strade italiane, che sono un vero inferno rispetto a Croazia e Slovenia.

Ci fermiamo 2 notti e ne approfittiamo per andare il giorno dopo a Mirabilandia, è pur sempre vacanza e pur sempre estate!

22° GIORNO :          Ferrara - Pitigliano

Il 4 agosto ripartiamo per arrivare in Toscana dai miei.
Da Ravenna prendiamo la distrutta e-45 e dopo una mezz'oretta mi devo già fermare per controllare il portapacchi. Si è leggermente sfilato per colpa delle continue buche e più avanti è anche peggio.
E' un continuo di crateri, avvallamenti, crepe e giunture.

-- MAPPA --

In 5mila km in Croazia e Slovenia, senza contare i più di 5mila in Francia e gli altrettanti in Italia tra viaggi vari, il portapacchi ha sempre retto tutto ma le condizioni della e-45 sono raccapriccianti e all'ennesima buca il portapacchi cede e vola via con tenda e tutto il resto.
Io non sento nulla, è Vale a dirmelo a botte e urla.
Inchiodo sulla corsia di emergenza e corro a recuperare lo zaino che è finito sulla corsia di sorpasso.

C'è una golf ferma e non riesce a ripartire...porca troia e mo?!
Dopo un po di tentativi riparte e si accosta sulla corsia di emergenza.
Fossi in loro mi ucciderei e la reazione che mi aspetto è quella, invece scende una coppia di ragazzi supergentili.
Io non faccio altro che chiedere scusa, domandare come stanno se hanno danni se dobbiamo fare qualcosa, ma loro dopo aver visto che la macchina non si è fatta nulla se non aver dato una botta allo zaino, mi tranquillizzano, mi dicono che l'importante è che non sia successo nulla di grave, che la macchina non partiva già da prima e cercano di rassicurare noi che siamo agitatissimi.
Insisto sullo scambiarci i numeri per qualsiasi cosa ma dicono che non c'è bisogno, che è tutto ok e ce lo ripetono anche dopo quando li incrociamo all'autogrill.
Ringrazio che sia andato tutto bene e di aver incontrato persone cosi, io avrei reagito sicuramente peggio.

Ora il problema è cosa fare con lo zaino e il portapacchi...
Mi metto io lo zaino sulle spalle perché per Valeria pesa troppo e lego il portapacchi sulla borsa serbatoio.
Nei restanti 200 e rotti km soffriamo come cani, stiamo scomodissimi, lo zaino pesa e io sono schiacciato sulla borsa serbatoio, vale è praticamente aggrappata allo zaino e ci chiediamo come cavolo abbiamo fatto a girare l'Austria cosi, ma è anche vero che lì lo zaino conteneva meno cose e distribuite in modo molto diverso.

Poco prima di Todi mi fermo per pranzo in un autogrill, abbiamo lo stomaco chiuso e rigirato ma dobbiamo riposarci.
Mentre ci sgranchiamo mi accorgo dell'ennesima sfiga...
Più lo guardo e meno ci credo, mi sembra impossibile, assurdo...
Stavo controllando il dietro della moto per vedere se dopo la caduta del portapacchi era tutto ok e li mi accorgo che la targa è storta...guardo meglio e vedo che il portatarga ha uno spacco fino alla luce targa e una crepa sul lato opposto...sta per cedere da un minuto all'altro...
Dopo 40mila km di onorato servizio anche il portatarga ha ceduto all'e-45!

Metto un paio di fascette giusto per evitare il peggio e all'uscita di Todi mi fermo all'ombra di un albero e per fortuna il portatarga c'è ancora.
Prendo delle pinzette, taglio i cavi di frecce e luce targa e stacco quello che resta del portatarga.
Preferisco una multa che perdere la targa e dover reimmatricolare la moto...

Manco a dirlo prima e dopo Orvieto becchiamo due posti di blocco dei carabinieri che fortunatamente non ci fermano anche se una volta passati si accorgono della targa.

Arriviamo a casa dei miei intorno alle 4 distrutti, ci fa male ogni singolo muscolo e siamo cotti dal caldo e dall'arsura.

23° GIORNO :          A Casa!

Ripartiamo il giorno dopo per Roma, l'ultima vera tappa di questo viaggio.
E' il 5 agosto quando entro in garage, la moto segna 5160km , il nostro viaggio si è concluso e ancora dobbiamo realizzare di averlo fatto veramente.

E' stato un viaggio perfetto, ci ha sempre detto bene anche nelle poche disavventure e per Valeria, grazie soprattutto a un tempo sempre stupendo, è stato sicuramente il viaggio più bello finora...per me il viaggio più bello è quello che devo ancora fare ma non posso negare la bellezza e le mille emozioni che mi hanno accompagnato in queste terre, ero partito sottovalutando Slovenia e Croazia e sono tornato entusiasta e affascinato da questi due meravigliosi e quasi incotaminati paesi.

Il report finisce qui e ringrazio tutti coloro che lo hanno letto e gli hanno dedicato del tempo.
Cerco sempre di trasmettere le emozioni che proviamo in viaggio e spero di averle trasmesse insieme alla bellezza di questi posti e alla curiosità di vederli di persona.
Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato a preparare questo viaggio e che lo hanno reso possibile offrendoci un letto, un'indicazione per strada o semplicemente un incoraggiamento.

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