domenica 27 ottobre 2013

TRANSALPI...Tappa 3 & 4


TERZA TAPPA                                   Susa - Aosta

MAPPA

Quando la sveglia suona alle 6 mi trova già sveglio da un po a riflettere sul da fare.
Mi affaccio dalla tenda e il campeggio è profondamente addormentato.
Esco, vado nei bagni, mi lavo e cerco di svegliarmi un po.
Torno in tenda e noto che i ragazzi della passat hanno montato una tavola di legno sul tetto e sopra una tenda da 3-4 persone e dormono li, è uno dei modi più originali per fare una tenda da tetto che abbia visto e mi fa venire un sorriso.
 Quel sorriso mi cambia la giornata.   Mi sono svegliato con la solita euforia ma anche con un senso ancora maggiore di insicurezza e paura per la moto, ma quella scena, quel sorriso mi hanno fatto riprendere.
Faccio tutto con molta calma e alla fine esco dal campeggio alle 7 e qualcosina.



E' domenica 7 luglio e sono le 7 di mattina. Il sole si nasconde ancora dietro le montagne.
Quando esco dal campeggio ho la sensazione che l'intera valle sia deserta.

Arrivo a Susa piano piano e in questi pochi km la moto presenta i soliti sintomi e la solita spia FI rossa che non sopporto più.
Mi fermo in quella che credo sia la piazza principale e trovo un bar aperto.
Non so se sono più sorpreso io di vedere un bar aperto o il barista di vedere me.
Mi siedo su un tavolo fuori e prendo un cappuccino e un mega occhio di bue. (che lusso!)
Sul tavolino apro la mappa e vedo il percorso che dovrei fare, circa 400km tra Moncenisio, Iseran e Gran Paradiso.
Nella mia testa ci sono due vocine, una che dice "è domenica non c'è nessuno in giro, se svalichi in Francia e ti succede qualcosa sei fottuto, torna a casa!", l'altra "è domenica non c'è nessuno nemmeno in Italia, non un benzinaio, non un meccanico, a questo punto buttati, sei qui chissà quando ti ricapita!".
Non è facile decidere ma alla fine seguo la seconda vocina, avvio il motore e punto il Moncenisio.

La strada non è male ma c'è ancora molta umidità per terra e l'asfalto è bagnato quindi salgo con molta prudenza e godendomi il panorama.

Dopo un po avvisto il cartello del confine Francia-Italia e la strada smette di salire proseguendo su un altipiano.
Penso di essere arrivato sul valico e allora mi fermo a fare due foto e vedere il paesaggio, c'è anche un piccolo laghetto che credo sia il Lago Moncenisio segnalato sulla mia mappa.
Detto sinceramente sono molto deluso mi aspettavo molto di più, avevo sentito meraviglie su questi posti ma il passo mi sembra basso, il panorama non è nulla di che e il lago sembra una pozza o poco più.
Proseguo e la strada sale ancora 5-6 tornanti, qui mi rifermo e faccio altre due foto anche perché da qui la vista è sicuramente migliore anche se in foto si vede solo foschia.

Quando riparto la strada continua a salire e poco dopo mi ritrovo circondato da marmotte.
Ne conto a decine e stanno tranquillamente in mezzo alla strada, sono ormai abituate all'uomo e ai veicoli e con un filo di gas riesco ad arrivare a meno di un metro, mai viste cosi da vicino. Purtroppo il tempo di prendere la macchinetta e scappavano.
Continuo sulla strada che sale ancora e inizia a venirmi qualche dubbio.
Quando la foschia si dirada un po, davanti a me si apre uno spettacolo fantastico che migliora ogni metro che avanzo.
Un lago, degno di tale nome, costeggia più in basso la strada, tutto in torno si innalzano picchi altissimi e pascoli.
Mi fermo in un punto in cui ci sono 3-4 alberghi, una chiesa e varie strutture per gli escursionisti.
Il posto è fenomenale e merita veramente una visita. Per gli amanti delle escursioni ci sono decine di sentieri che partono in tutte le direzioni.


Nel cercare di immortalare nella mia mente quell'aria e quei posti mi accorgo di quanto sono stato idiota.
Quello dove ero passato prima non era il passo del moncenisio e come un cretino non me ne ero accorto, forse per la stanchezza non lo so ma mi sento un pirla e la cosa mi fa riflettere.

"Ci sono ancora posti che vediamo e di cui davvero non sappiamo nulla, di cui non abbiamo sentito parlare o visto foto da qualche parte??!!"
Supero il valico e approfittando della minore foschia e delle strade un po più asciutte, mi gusto le curve che offre la strada.  Non faccio nemmeno un km quando la moto in discesa inizia ad avere problemi, mi accosto un secondo e puff moto spenta.
Mi accosto sul lato opposto per aspettare qualche minuto e riprovare, maledicendo di non aver ascoltato la prima vocina.
Nel frattempo scatto qualche fotto alla popolazione locale. 


 


La moto riparte e arrivo a Lanslevillard, un paesino che per nome e sembianze sembra uscito dal mondo delle favole.



Da qui punto deciso al Colle dell'Iseran e passando valli stupende arrivo all'inizio della salita.
Qui trovo un po di trambusto.
La strada sembra chiusa da transenne e ci sono parecchi motociclisti e non solo.
Non ne trovo nemmeno uno italiano per capire che succede, alla fine mi rivolgo a una coppia di Torino con un fuoristrada e vestiti da sci. La signora mi dice molto contrariata che la strada è chiusa per un evento di biciclette e che apre alle 13, loro volevano andare a sciare. (a luglio?!)
Le notizie non sono positive, passare per l'Iseran è l'unico modo che ho per tornare in Italia e arrivare ad Aosta, tornare indietro ora non avrebbe senso e poi sono questi i posti che voglio vedere.
Ci metto poco a decidere di aspettare anche se sono ancora le 10.

Ne approfitto per tornare indietro a Lanslevillard e fotografare i posti stupendi che ho attraversato.


Quando finisco cerco un posto dove fermarmi lontano dalla folla di moto e turisti che aspetta l'apertura del valico.
Intravedo un ponticello sul fiume che costeggia la strada, arrivo dall'altra parte, parcheggio sotto un albero, mi levo quasi tutto e via di relax a prendere il sole e a rinfrescarmi con l'acqua del fiume. (mazza se era fredda!)

Verso le 12 decido che mi sono cotto a sufficienza e mi riavvio verso la base dell'Iseran.

Mentre vado realizzo che devo ancora pranzare e che sarebbe opportuno sfruttare questo tempo morto.
Intravedo una piazzola attrezzata ancora non invasa dai motociclisti in attesa, cosi mi ci infilo e mi siedo in compagnia di due simpatici vecchietti francesi.
 Mentre loro apparecchiano di tutto punto e tirano fuori vari tapperware, io tiro fuori una scatoletta di tonno, qualche fetta di pane in cassetta e un po di biscotti.
Mi sono dimenticato di fare la spesa e questa è la scorta per le emergenze.
Siamo gli opposti, loro assorti nella pace a degustare pietanze, io a combattermi il panino con le mille mosche che ha attirato.  Loro con tovaglia, tovaglioli e posate, io a mani nude con un rotolo di cartaigenica per tovagliolo.
Mi sorridono silenziosamente ma capisco di incarnare ai loro occhi lo stereotipo del motociclista sporco e rude, cosi levo quasi subito il disturbo.
Arrivo alla base della strada un 15 minuti prima dell'ora di apertura e ci trovo una discreta folla di motociclisti e auto di diverse nazionalità.
Me ne resto in disparte sotto l'ombra di un albero e mi godo questa scena.
Sembra di vedere un branco di galletti in gabbia.
C'è chi si atteggia con un sigaro o una pipa, chi controlla la moto, chi maneggia con il navigatore, chi armeggia con borse o altro, chi si esalta per la spalla consumata, chi pulisce la moto.
Tutti si scrutano, si guardano, guardano le moto, poi le gomme e poi si scambiano occhiate che tra motociclisti vogliono dire più di tante parole.
Ci sono quelli con la stessa moto che dopo aver tenuto la posizione per qualche minuto alla fine si parlano, si confrontano, si sfidano su varie cose e ogni tanto si leccano anche il culo a vicenda.
Ci sono le donne dei motociclisti e anche li è tutta una comica.

Poi questo bellissimo spaccato motociclistico si interrompe.   Manca poco all'apertura e si respira quell'atmosfera che c'è ad ogni semaforo di Roma, tutti fanno finta di nulla ma in realtà ognuno smania per essere il primo a partire.
a 6-7 minuti dalle 13 iniziano tutti a prepararsi.
a 5 minuti arrivano un po di macchine.
a 3 minuti arriva una folla di bicilindriche armate di valige, faretti, cupolini e tubolari vari.

Nel frattempo penso a che fare e mi convinco ad aspettare che salgano tutti e godermi il passo in pace.
Quando però realizzo che ci sono più di 200 moto e altrettante macchine sgattaiolo tra le prime file.
Infondo anche la mia è una bicilindrica, piccola ma bicilindrica, se lo merita.
Quando aprono le transenne e tutti mettono in moto sembra che debba partire il Gp dell'Iseran.

Davanti a me c'è il gruppo di grosse bicilindriche, superiamo svariate macchine ma davanti ci sono un paio di auto che salgono piano piano, incuranti di quello che hanno alle spalle e occupano quasi entrambe le corsie.
Qualche temerario prova a passare ma non hanno spazio.
Io ne approfitto, supero il gruppo di moto poi affianco le auto e passo tranquillamente.

Il gioco è fatto, davanti non ho nessuno, cosi tiro per un po e mi isolo dal gruppone, poi ho tutto il tempo di fermarmi e godermi il paesaggio.

Dopo le foto di routine sulla cima, scendo per il versante opposto che forse è ancora più bello.
Offre una vista meravigliosa sulla vallata sottostante, la Valle dell'Iserè fino al Lago di Chevril.
Dai 2800 si scende velocemente fino ai comunque 1800m della valle sottostante e una volta arrivati giù si prosegue per km e km lungo queste valli alpine, si ha quasi la sensazione che siano infinite.
Inizio ad essere un po stanco e pur essendo ad una certa altitudine il caldo di luglio si fa sentire.
Finisce che perdo un po di tempo prima di trovare la deviazione per il Piccolo San Bernardo anche per colpa di lavori in corso sparsi qua e là, ma ce la faccio.

La strada devo dire sembra tutto tranne che una strada di confine che porta a 2000 e rotti metri, sembra quasi privata all'inizio e non incontro anima viva.
La moto sale tranquillamente, supera i primi tornanti indenne ma poi la spia FI si accende, resisto ancora qualche tornante tenendola su di giri ma quando arrivo ad un tornante a destra e tiro la frizione per scalare, puff moto spenta.     Non è stato piacevole curvare a moto spenta ma almeno non arrivava nessuno.
Accosto un paio di minuti e riparte.
Dopo una prima serie di tornanti in sequenza la strada sembra scorrere più velocemente ma anche qui la moto si spegne.
Questa volta pero non riparte subito, aspetto, aspetto, provo, aspetto, riprovo, ma nulla.

"Ecco a raccontarla cosi sembra quasi una sciocchezza ma quando 10 o più volte in un giorno ti devi fermare perché la moto si spegne e non vuole saperne di ripartire non è piacevole, lo è ancora meno se ti trovi da solo all'estero e se hai in programma 400km per quel giorno, se a questo ci aggiungete il non avere la minima idea di quale possa essere la causa e la paura che sia qualcosa di grave e non riparabile nell'immediato, bhe forse riuscite ad avere un'idea dello stato d'animo combattuto tra rabbia, paura ma anche gioia e spensieratezza che avevo in quei momenti."

Alla fine Mària mi fa la grazia di ripartire e portarmi in cima al passo, anche perché a pochi km dal confine sarebbe stato ridicolo.
Il panorama qui è bellissimo, più che un passo sembra un altipiano e invidio chi abitando qui vicino può permettersi un trekking simile, anche se le strutture semi abbandonate che ci sono mostrano i segni della crisi che evidentemente colpisce anche questi paradisi.

Se sul versante francese l'unico problema è stata la moto, sul versante italiano il problema è la strada.
Per la prima volta pero il motivo sono dei lavori di rifacimento o almeno sembrano, però al momento ci sono deviazioni, restringimenti e strati cosi alti e sparsi di brecciolino da fare paura e infatti scendo pianissimo a marcia bassa, sfiorando appena i freni e pronto ad allargare le gambe per fare presa.

Dal Piccolo San Bernardo la mia idea era quella di salire sui vari picchi del Gran Paradiso e girarlo tutto, magari facendo campeggio lungo la strada.
Ho visto che la strada che mi interessa inizia lungo la discesa che porta ad Aosta,o almeno mi sono segnato questo la notte prima di partire, cosi prendo quella direzione e cerco qualche indicazione per il Gran Paradiso.
I km passano ma di accenni al Gran Paradiso nemmeno l'ombra cosi continuo e mentre penso che sia il caso di tornare in dietro arrivo ad una rotonda, rallento come sempre, butto giù una marcia, due e puff, questa volta senza spia, senza preavviso.
La rotonda in realtà regola solo l'incrocio tra la strada principale e lo sbocco di un paesino di 4 case.
Mi fermo nell'uscita del paese che sembra deserto e come sempre aspetto.
Sta volta la moto non ne vuole sapere di partire.
Non c'è modo e anche se parte non prende giri e muore.
Mentre incazzato come pochi penso a cosa fare, vedo che sopra la moto sull'uscita della rotonda c'è un indicazione per un campeggio a 100m da li, apparentemente in mezzo alle case.
"Bhe nella sfiga mi ha detto culo!".
Quando la moto parte ma senza prendere giri, ne approfitto e camminandole affianco la porto lungo i 100 metri in leggera salita con il motore che sta li li per morire.
Inizialmente pensavo fosse uno scherzo quel cartello poi invece il campeggio spunta fuori davvero.

Entro.
E' il campeggio più silenzioso che abbia mai visto.  Sono quasi tutti olandesi o comunque tedeschi, nessun italiano.
Entro nella reception e chiedo il prezzo per una notte.
"19 euro!".
La signorina vede la mia faccia e aggiunge "sai noi siamo autofinanziati e lavoriamo solo 3 mesi l'anno".
La guardo ancora peggio e penso:
  cosa minchia me ne frega a me che ti autofinanzi? e soprattutto perche il fatto che tu vivi 9 mesi pur lavorando solo 3 mesi l'anno dovrebbe incentivarmi a pagare? mi incentiva solo a pensare che in 3 mesi rubi tanto da campare un anno!!
  ma poi cazzo, dimmi che avete dei bei bagni, piazzole grandi, c'è molta calma e silenzio, cioè convincimi a pagare per dei servizi o per la qualità non perché mi fate pena (che non mi fate)!!!

Dopo questo pensiero gli dico "Guarda vedo se la moto riparte che mi dà delle rogne. In caso contrario sono costretto a fermarmi".
Esco, torno alla moto e gli sussurro "Parti ti prego parti, 19euro per dormire sono una cifra, ti faccio il pieno ti lavo ma parti!".
Una volta, due, tre, nulla.
Torno indietro e comunico che mi fermo. Cazzo quanto mi rode!
Dopo aver pagato e essermi registrato la strozzina mi guarda come a dire "Che altro vuoi?!" e io gli dico "Mi mostra lei la piazzola, dove sono i bagni e il resto o per 19euro c'è una guida apposita???!!!",  la ragazza sbianca esce di corsa e senza allontanarsi di un metro dalla porta mi indica i bagni e mi dice "Mettiti dove vuoi!".
Mi convinco che sono io a vedere tutto nero e mi sto zitto.

Monto la tenda, scarico la moto e cerco di farlo molto lentamente, sono ancora le 4e qualcosina e non c'è molto da fare.
Davanti alla mia tenda ci sono due olandesi sotto il telo di un camper seduti intorno a un tavolino uno al lato opposto dell'altro, leggono entrambi con un bicchiere di vino bianco sul tavolo. Non si muovono nemmeno per respirare e come loro ce ne sono altri 10 esemplari sparsi in giro.

Torno dalla simpatica strozzina e gli chiedo se c'è un supermercato o qualsiasi cosa di simile o se hanno loro qualcosa da mangiare. Niente, è domenica pomeriggio e l'unico negozio è chiuso, loro vendono solo acqua e birra.
(pensiero: "cazzo campeggi da 6euro a notte avevano due scaffali con due cavolate in scatola e un paio di pacchi di pasta e tu solo birre??!!").

Deluso, ma soprattutto allarmato dal fatto di non avere una cena metto a soqquadro lo zaino e miracolosamente trovo un altra scorta di emergenza ovvero un'altra scatoletta di tonno e 3 fette di pane in cassetta, ma i biscotti sono finiti.
Non è proprio il cenone di natale, soprattutto visto il pranzo, ma è sempre meglio di nulla e va benissimo cosi.
Evviva le mie scorte di emergenza!

Tra una mega doccia e un doppio giro del paese fantasma alla fine arrivo alle 8 e faccio il lauto pasto.
Alle 8 e 15 mi sparo un altro paio di giri del paese che è deserto ma non è affatto male, molto carino, caratteristico.
Trovo anche un piccolo bar con un laghetto e dei ragazzini che giocano, un miracolo.
Mi prendo un bel Magnum tanto per integrare la cena e quando sono le 10 mi vado a vedere il tramonto tra le valli.

Quando vado a dormire alle 10e30 potrei ancora girare senza fari per la luce che c'è.


QUARTA TAPPA                             Aosta - Toscana - Roma              (fuori programma)

MAPPA

5e30, la notte sta lasciando il posto all'alba.
Mentre tutti dormono mi sistemo, chiudo tutto e carico la moto.
6e30, arriva il responsabile ad aprire il cancello e arriva anche il momento di scoprire se la moto parte.

Dopo ieri ho deciso di tornare a casa, non è facile, non è una scelta che faccio volentieri ma arriva un punto in cui andare avanti cosi non serve a nulla.
Non devo dimostrare nulla a nessuno, soprattutto non devo dimostrare nulla a me stesso, sono stati 4 giorni da sogno e sono contento che non sia successo nulla di grave.
Ora basta sfidare la sorte, tra un settimana devo partire con Valeria per la Croazia e nel frattempo devo sistemare la moto, sempre che sia una cosa veloce e fattibile. Senza contare che ancora non sono a Roma e non so nemmeno se la moto partirà.

Esco dal campeggio a spinta per non svegliare nessuno.
Salgo in moto e giro la chiave.
Buona giorno spia FI, sempre presente da ieri la spia rossa non è sparita.
Provo ad accendere, in genere la mattina parte subito ma nulla.
Dopo un paio di volte parte ma non posso lasciare il gas altrimenti si spegne perché non prende giri.

Dentro di me monta la rabbia al pensiero che è stato inutile svegliarsi alle 5e30, che la moto è arrivata, che avrò bisogno di un meccanico e che forse salta anche la Croazia.
La lucidità che fino a quel momento mi aveva sostenuto stava lasciando il posto alla disperazione ma poi il signore che mi ha aperto esce e mi comunica che 4-5 km più avanti c'è un benzinaio che apre alle 7 e la strada è in discesa.

E' un ottima notizia, non è tutto perduto ancora.
Prendo un po di rincorsa, salto in moto e tengo il gas aperto per non farla spegnere, entro nella rotonda del giorno prima e prendo la strada principale, direzione Aosta.
E' uno stradone largo e in leggera discesa.
Arrivo a mettere fino alla sesta ma non supero i 50km/h, mi sembra di guidare una vespa.

Dopo poco finalmente vedo il benzinaio.
Entro ma è ancora chiuso mancano 10minuti alle 7 e ho 50euro sani quindi devo aspettare che apra.

Dentro di me ho ripensato a tutte le circostanze in cui il problema si presenta e ai casi in cui si dovrebbe accendere la spia FI.
Sono arrivato alla poco geniale soluzione che si tratti di un problema di benzina.
Quindi ipotizzo la benzina sporca, ma ne ho messi 3 pieni e sempre in distributori diversi quindi no e poi ormai è bella che bruciata, allora penso alla pompa della benzina, la cosa più grave, ma anche questa è strano che faccia cosi, con questi sintomi.
Alla fine non spiegandomi comunque il come, ipotizzo che dipenda dal livello della benzina, è vero che finora non sono mai sceso in riserva ed è vero anche che io normalmente con la riserva ci faccio più di 50 km senza pensarci, ma con il serbatoio pieno o dopo aver fatto benzina la moto non ha mai dato problemi, mentre in casi in cui la benzina sciacqua come in curva o in frenata il problema si verifica (tornanti).
Aspetto fiducioso il benzinaio con questa ipotesi in testa, pur non riuscendo a spiegarmene i motivi.
L'unica prova sarà fare benzina e mettere in moto, se va ho ragione io.

Il benzinaio arriva con 5 minuti di ritardo, ancora assonnato mi dice di aspettare.
5 minuti dopo inizio a fare benzina, riempio fino all'orlo.
Salgo in moto e mi rendo conto che questa è la prova del nove, o va ora o non va.
Giro la chiave, il quadro si accende, sento la pompa della benzina che tira, aspetto qualche istante e premo lo start.
La moto parte subito con un rumore regolare e forte, prende giri, tiene il minimo.
Senza perdere un secondo rientro in strada e scendo giù verso Aosta.
Nell'attesa ho visto la cartina e poco più avanti inizia l'autostrada.
Lo so è brutto, la odio ma non posso rischiare che la moto si fermi nel traffico di una statale e non parta più.

Entro in autostrada e imposto il cruise control al polso sui 120.
 Programmo una sosta ogni 100 km per fare benzina prima che il livello scenda troppo.

Ho la testa cosi affollata di pensieri che il tempo e la strada volano via senza che me ne accorga.
 Faccio le prime due soste dove non entrano più di 5 euro e ancora sto pensando a quello che ho visto e che è successo in questi giorni, realizzo solo ora che sono passati 4 giorni mentre a me sembrano 1 mese, mi convinco sempre di più di aver fatto la cosa giusta e pur rodendomi sempre di più all'idea della mazzata che pagherò di autostrada, resto convinto che sia la cosa più sensata.

Mi ritrovo a Genova senza rendermene conto, non sono nemmeno le 11.
Come al solito e più del solito il tratto di Genova è pieno di traffico e il peggio lo trovo prima di Pegli dove c'è un km di fila e 50 gradi nelle gallerie.
Per Mària potrebbe essere il colpo di grazia, non posso permettermi di fermarmi e sono costretto a guidare in un modo che odio.
Accendo gli abbaglianti, pollice sul clacson pronto a colpire, mi metto in mezzo alle due file di macchine e passo senza fermarmi mai, è una cosa che odio fare ma non vedo alternativa e dopo non pochi accidenti ricevuti esco dal traffico.
Io sto sudando come pochi e mi sento a pezzi, la moto è sul punto di ebollizione.

Mi fermo poco dopo, la moto ha il pieno fatto prima di Genova ma questa volta sono io a dovermi riprendere.
Mi sono accorto di guidare da ore in trans come se vedessi un film apposto della strada e ho bisogno di svegliarmi.
Ho mangiato solo un cornetto oggi, quindi chiedo un caffè al barista specificando che voglio il più lungo della sua carriera e mi imbottisco di bustine di zucchero.
L'effetto è quasi immediato e mi sento molto meglio.

Rispettando le pause di 100km  arrivo fino a prima di Livorno dove mi ritrovo esausto per il caldo.
Mi ero abituato ai 1500-2000 metri e mi ero scordato che fosse luglio, ora sono quasi a livello mare e il sole delle ore centrali cuoce come un forno elettrico, non ci si puo stare nemmeno un minuto.

Nell'autogrill incontro una famiglia italiana trasferitasi in Belgio che invece non vedeva l'ora di avere un sole simile e la cosa mi sembra davvero paradossale.
Da qui riparto in direzione Pitigliano dove raggiungo i miei.

Esco dall'autostrada e al casello mi rapinano di 50 euro, un'enormità, qualcosa di inconcepibile.

Da qui potrei dire che è andato tutto normale ma in realtà dopo Grosseto sono stato fermato prima dai carabinieri, poi mi sono beccato un acquazzone di 40 secondi stile nuvola di fantozzi che pero è riuscito a bagnarmi, il solito culo di quando pensi di essere arrivato ormai.

Arrivo a casa dai miei alle 4e30.
Mangio per 5 e il giorno dopo riparto per Roma in mattinata.

Sono stati 4 giorni meravigliosi, 2400km da sogno, un cielo sempre da urlo, esperienze e incontri bellissimi, potrei dire che poteva andare meglio ma in realtà sono felicissimo cosi, ho realizzato un piccolo sogno e non posso chiedere di più, ho vissuto e mi sono sentito più vivo in questi pochi giorni che in mesi interi. 

Alla fine la moto aveva il filtro della benzina che aspira nel serbatoio intasato e quasi sicuramente per colpa mia che nel mega-tagliando prima di partire l'ho tenuto qualche giorno appoggiato al muro accumulando sul fondo tutto lo sporco.
Meglio cosi certo, ma un po di amaro mi resta.
La cosa piu importante pero è che possiamo partire per Croazia e Slovenia.

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2 commenti:

  1. Ciao complimenti per lo stile narrativo e per i viaggi con la piccolina,hai lo spirito del globetrotter.
    Ti ho aggiunto nel mio blog http://piccolirandagi.blogspot.it/

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    1. Grazie mille un onore! è sempre un piacere conoscere nuovi viaggiatori!

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