mercoledì 24 aprile 2013

FRANCIA DEL SUD 2012 part.3

Carcassone – Saint Gaudens

-- MAPPA --

Lasciamo il campeggio verso le 11, è una bella giornata e siamo diretti verso i Pirenei, l'idea è quella di costeggiare il confine con la Spagna sul lato francese avvicinandoci il più possibile al Coll du Tourmalet

Scendiamo così prima a Limoux, poi puntiamo Foix e arriviamo a Saint-Girons in una strada spettacolare tutta immersa nei verdi boschi del Parco Naturale dai Pirenei.


Qui scopriamo di essere a poco più di 20km dalla Spagna...
Per un attimo capiamo di essere davvero lontano da casa!
Siamo ancora troppo distanti da dove vorrei arrivare e andiamo avanti fino a Saint Gaudens.
Qui, poiché sono quasi le 4 e il cielo si è decisamente annuvolato, decidiamo di fermarci a cercare una sistemazione. Iniziamo a sentire la stanchezza complessiva del viaggio, da circa 6-7 giorni stiamo sempre in moto, anche 200km ci stancano e non ce la sentiamo di arrivare 30km più avanti con il rischio pioggia e che non ci sia posto.

Entro nell'ufficio turismo di questo grazioso paesino e scopro che anche qui è quasi tutto occupato. 
Sono però fortunato, oppure sarà per l'aspetto devastato,  ma tutti e tre gli impiegati si dedicano a me, anche perché di 3, nessuno parla italiano o peggio inglese. 
Alla fine ci capiamo e mi trovano una stanza doppia in un ostello per 30euro a notte in due, ottimo. 



Il posto non è male, ma all'arrivo ci viene da ridere.
Fuori ci sono 5-6 down sui 30-40 anni che ci accolgono con sorrisi e smorfie, scopriamo dopo che gli unici ospiti oltre a noi sono una comitiva di down e sono davvero troppo simpatici.(abbiamo fatto varie esperienze di volontariato e lo diciamo con grande affetto)
La signorina che gestisce è gentilissima. 
La camera ha i letti separati ma non gli diamo importanza, dopo due settimane di tenda avere un bagno in camera con la doccia ci sembra un miracolo e per di più a quel prezzo!!!  
Scarico la moto, facciamo una bella lavatrice e asciugatrice (si, avevano di tutto) di tutte le cose sporche e riusciamo giusto per fare la spesa.
Siamo troppo stanchi e il tempo non è dei migliori quindi doccione, cenone e super dormita che il giorno dopo si riparte.

Saint-gaudens –(Col du Tourmalet – Lourdes) – Oloron Sainte Marie

-- MAPPA --

Se il titolo di questa tappa appare lungo, sappiate che quella giornata è stata molto più lunga!
Poco dopo le 9 siamo pronti per partire, ci aspettano tanti km (250) e il Tourmalet che non vedo l'ora di scalare! 
Partiamo con il sole ma il cielo non è limpido anzi sembra che debba piovere da un momento all'altro.
Macino velocemente i km immersi nel verde, non sapendo realmente dove stiamo andando ma interpretando cartina e indicazioni stradali. 
In lontananza vediamo già i Pirenei che si alzano, per poi sparire nelle nubi più scure ed essendo quella la nostra meta, non siamo proprio nel miglior stato d'animo. 
Arriviamo alla base del complesso del Colle del Tourmalet attraversando paesini stupendi immersi nei monti.
Scopriamo di essere anche qui a pochi km dalla Spagna.
Il cielo è nuvolo e l'aria umida e fresca.
Mi fermo a fare benzina prima di salire temendo di non trovare benzinai dopo (ho fatto benissimo!), scopro cosi che è domenica, (avevo perso la cognizione dei giorni!), i benzinai sono chiusi e se non hai una carta di credito niente benzina in Francia!
Molto fortunatamente trovo una signora che gentilmente ci concede l'uso della sua carta e io la pago in contanti. Ancora non capisco come ci siamo capiti perché lei non parlava ne inglese ne italiano, zero proprio.

Con il serbatoio pieno e Valeria piena di paura per il freddo, inizio a salire fremente sul primo colle, il Colle d'Aspin 1490m, 6,7% di pendenza media come mi comunica il primo cartello alla base!
Salgo piano godendomi il panorama che man mano si allarga sulla valli e sui monti vicini.

La strada sale sempre di più, è disseminata di mucche sui bordi e di ciclisti che salgono e scendono e a cui bisogna stare molto attenti.
Ogni tot di km c'è un cartello con il disegno di un ciclista che sale ed indica quanti km mancano alla fine, l'altitudine e la percentuale di salita in quel punto. È cosi su tutti i Pirenei.
Man mano che ci avviciniamo, entriamo sempre più nelle nuvole e la visibilità si abbassa. 
In cima troviamo parecchi turisti in macchina, i soliti gsisti tutti bardati e fluorescenti, una marea di ciclisti e una distesa di vacche libere e non curanti dei loro nuovi visitatori. 



Scattiamo le foto di routine, respiriamo due belle boccate di aria fresca e iniziamo a riscendere.













La discesa è forse più bella, asfalto perfetto e immerso in un bosco di abeti che emanavano un odore unico di montagna.
Dopo qualche km tra baite e boschi finalmente appare il primo cartello che mi annuncia la strada che porta al Colle del Tourmalet 2115 m e 8,5% di pendenza. 

I presupposti meteo non erano i migliori ma ero troppo eccitato per pensarci. 
Asfalto stupendo, paesaggi unici, mi godo ogni km, ogni curva e ogni respiro di quella montagna.
A pochi km dall'arrivo però le nubi si fanno intense, si vede poco, fa freddo e l'incubo vissuto l'anno prima in Austria si materealizza nelle nostre menti.
Valeria non sopporta il freddo quindi mi fermo e la faccio coprire con tutto quello che abbiamo.
Sono nervoso, non voglio trovare la pioggia o peggio fermarmi per la neve, ma i ciclisti che salgono e scendono mi danno forza.

A 4-5 km dalla vetta all'improvviso le nubi si diradano e spariscono lasciando spazio a un sole caldo e ad un cielo pulitissimo.
La cima ci appare in tutta la sua bellezza e grandiosità.
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La moto è stracarica è arranca nel tratto finale (capirò dopo il perché).
La vetta è piena di turisti, ciclisti e motociclisti da tutta Europa, ma siamo i soli italiani.
Siamo scrutati, commentati e indicati da tutti. Forse attiriamo più noi del colle.
Si sta bene, c'è il fresco dei 2115 metri ma il sole scalda.
Ci godiamo un po di riposo e il panorama mozza fiato, scattiamo le solite foto ricordo e io mi faccio immortalare ovunque!
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Forse vi chiederete perché questo interesse per questa montagna, mi limito a dire che dal 1910 è una delle tappe più dure del Tour de France, ha visto i suoi eroi per 75 volte e da quando sono piccolo ogni estate vedo questa tappa con mio padre ed essere lì non mi sembrava vero.

Dalla cima vediamo le valli sotto e sono piene di nubi, le stesse che ci siamo lasciati alle spalle salendo.


Non abbiamo scelta, resteremo ore ma dobbiamo fare ancora molta strada ed essendo presto vogliamo fermarci a Lourdes che dista davvero poco.
Scendendo, la strada è divertente e facciamo incontri curiosi con la fauna del luogo.

Incontro tre gsisti spagnoli. Sono chiaramente diretti a Lourdes e mi ci metto dietro, hanno un buon passo e posso rilassarmi godendomi strada e posti.

Poco dopo pranzo arriviamo a Lourdes.

Se è la prima impressione che conta, beh è stata terribile, quelle dopo se possibile anche peggio.
Ovunque ci sono cartelli che indicano la grotta e la chiesa.
Mi devo fare strada tra folle di pellegrini di tutte le eta e nazionalità.
Arrivati nei pressi della famosa chiesa ci rendiamo conto che il parcheggio è il primo costoso business del luogo! Nonostante le molte moto parcheggiate piene di bagagli non mi fido a lasciarla li cosi. Troppa gente.
Mi fermo su un marciapiede vicino ad uno degli ingressi e decido di mandare prima Valeria a visitare la chiesa e poi andrò io. Una visita veloce, due preghiere e via. Non serve altro.
Dopo 20 minuti torna vale tra il deluso e l'incredulo e mi da il cambio alla moto.

La chiesa è in realtà una cattedrale o un mausoleo, non più piccolo di San Pietro anzi. Ha una chiesa sopra e una sotto. Tutto è enorme, esagerato, decorato, statue altissime ovunque, oro e marmi dove si può. Cassette per le offerte ovunque...In tutto questo una folla di disperati, permettetemelo di dire, afflitti da ogni male e menomazione e con parenti a seguito in lacrime. 
Le uniche cose che spiccano chiare nella piazza davanti sono dei bussolotti pieni di bottigliette di acqua santa in plastica con immagine della madonna sopra, ceri di ogni dimensione, foto sante.
La famosa grotta non è meglio.
Mi avvicino e per sbaglio entro in una folla silenziosa, capisco che c'è una messa in quel momento, l'unica cosa che ricordo è che quasi tutti piangevano.
Sotto la grotta c'è una processione infinita di gente che passa facendosi il segno della croce e toccando con la mano il soffitto. Vietato fermarsi...
Le famose vasche per le abluzioni sono oggi un muro con dei rubinetti all'altezza delle mani e dei piedi...

Mi faccio il segno della croce, dico le mie preghiere e scappo da quel posto.
Quando arrivo da Valeria, devo avere un'espressione peggiore della sua per come mi guarda.
Ci guardiamo intorno e vediamo solo una infinita distesa di negozi di souvenir, icone, foto, rosari, crocefissi, statuette, acqua santa, addirittura alcuni che scrivono qualsiasi cosa su ceri, immagini e altro, anche in italiano. Tutto ciò ci accompagna fin fuori la città.

Ce ne andiamo schifati da questa commercializzazione della fede.
È senza limiti, senza ritegno. Se si volesse rappresentare la chiesa corrotta e avida del medioevo forse quella sarebbe l'immagine più adatta e verosimile. Ci manca solo il venditore di indulgenze.



Il tempo non è stupendo ma manca poco a Oloron-sainte-marie.
Da Lourdes si ricomincia a salire lentamente, sulla mappa è indicato un valico basso e non mi preoccupo.
Ad ogni curva il tempo peggiora sempre di più, in poco tempo ci troviamo a fare i conti con freddo, umidità e scarsa visibilità. 

Sembra quasi una punizione divina per l'opinione su Lourdes, appena lasciato l'ultimo sperduto paesino entriamo in una nebbia fitta, probabilmente nuvole basse, così densa e bianca da non vedere più in là di un metro dalla moto e nulla di più della riga di mezzo quando c'era o dei catarifrangenti...
L'andatura era di 20-30 km/h, camminavo alla cieca e più di una volta ho rischiato di finire fuori strada non vedendo che curvava, a questo si aggiungevano macchine che ogni tanto scendevano alla cieca come noi, ciclisti che apparivano dal nulla e gente a passeggio del tutto invisibile (non si sa con che coraggio).
Ci mettiamo un'eternità ad arrivare in cima.
In questi casi di solito non mi dispero, so che essendo in montagna in poco tempo si sale, si scende e tutto finisce, ma quella montagna non finiva più, si saliva o si procedeva in pianura ma non si scendeva mai, la cima non arrivava mai.
Dopo quello che mi è sembrato un tempo eterno, arriviamo al valico, intravedo dei ciclisti e chiedo loro indicazioni, si raccomandano di andare piano ( ma no!).
La discesa è come la salita, infinita e alla cieca!
Mi accodo dietro a una coppia (forse inglese) in moto, avendo lui 1 metro avanti ho punti di riferimento per almeno 3 metri, e soprattutto il rosso della moto attenua il senso di cecità dato dal bianco della nebbia, l'andatura pero è snervante, non si superano i 20-30 km/h.
Finalmente dopo un'ora, forse più, la nebbia sparisce e la visuale si apre.
Mi accorgo di essere fracico, anche vale e le borse, quella che pensavo fosse un po di condensa sul casco in realtà era umidità, acqua contenuta in quella nebbia, che aveva intriso ogni cosa, ma non aveva mai piovuto. Ora fuori dalla nube piove, e tanto.

Mi accodo dietro a una coppia su due gs, se non sbaglio norvegesi o tedeschi, camminano ma non quanto vorrei e visto che piove e sono stracarico non posso superarli.
Arriviamo a valle esausti e zuppi.
Ha smesso di piovere.
Mi fermo e facciamo il punto della situazione.
Mancano circa 30km, tutta pianura, decido di tirare fino alla fine e di fermarmi anche prima se trovo qualcosa per strada.

Lungo la strada non c'è nulla, solo campi e boschi.
Arriviamo poco dopo le 5, il paese è piccolino anche se sulla mappa sembrava importante. È molto grazioso, case basse color panna, tetti spioventi neri, qua e là qualche casa più moderna e alta.
Irrompo nel centro informazioni, abbastanza scazzato e intenzionato a dormire in una stanza, così gli faccio chiamare tutte le strutture nel raggio di 20km dal paese.
Ci crediate o no, era tutto pieno, tutto.
Unica soluzione, campeggio. Me ne indica due in zona, uno lungo una strada non segnalata, l'altro comunale lì vicino.
Non ho alcuna fantasia di mettermi a cercare campeggi nella campagna francese, quindi vada per quello comunale.

Arrivati al campeggio, dopo un'incomprensione sulla possibilità di avere un bungalow (per quel campeggio vuol dire tenda non appartamento...), mi sistemo in una piazzola.
Il campeggio è pulito, silenzioso, e la piazzola e curata e ben delimitata, senza contare che ci entrerebbero 5 tende e moto come le nostre. Il tutto a 11 euro, in totale... 
Questo e il fatto che negli ultimi 30km ci siamo asciugati del tutto al vento sono le uniche cose positive dopo Lourdes, il resto è stato e continuava ad essere uno schifo.

Metà dei bagagli erano zuppi, la piazzola era zuppa, il cielo era nero come la pece e tuonava, e ciliegina sulla torta il materasso gonfiabile si era bucato, non si sa come.
Lascio Valeria a cambiarsi e farsi la doccia e corro al supermercato più vicino perché siamo senza cena, quando entro la cassiera mi dice che stanno chiudendo ma dopo mille preghiere mi fa prendere due cose al volo e almeno la cena e la colazione sono assicurate.

Ceniamo in tenda, fuori piove, facciamo il punto della situazione su quello che è successo, sul viaggio e su cosa fare il giorno seguente, dopodiché crolliamo sul materasso già mezzo sgonfio, fuori piove, ancora...

Oloron-sainte-marie – Bordeoux

-- MAPPA --

Ci svegliamo abbastanza presto dopo una notte non proprio tranquilla tra freddo e pioggia. Il cielo è lo stesso della sera prima.
In fretta e furia decidiamo di partire e prepariamo tutto nella speranza di lasciarci alle spalle questo tempo.
Siamo diretti a nord verso la costa atlantica, più precisamente ad Arcachon, 300km da dove ci troviamo.

Copro Valeria con il completo impermeabile, copro tutti i bagagli e partiamo.
Dopo nemmeno 10km giro la moto e torno in dietro, è domenica, sono in riserva,i benzinai sono chiusi e vanno a carte di credito, l'unico aperto era a Oloron-sainte-marie. 
Ci trovo 4-5 motociclisti che ci guardano stupiti.
Uno di loro si avvicina prima che faccia benzina e mi ferma, tra un gesto e un altro mi fa capire che devo fare benzina all'altra pompa.
All'inizio non capisco il perché poi mi spiega che la benzina che stavo mettendo e che avevo messo sempre fino a quel momento in Francia, essendo la più economica, non va bene per la mia moto, ci vuole l'altra che costa di più e che io pensavo fosse una specie di super plus francese. In quel momento capisco perché consumavo più del previsto e avevo meno potenza!

Dopo questa scioccante scoperta, un po preoccupato, ripartiamo in direzione Dax.
A 5 minuti dal benzinaio in un secondo, dal nulla, diluvia, la strada è aperta e non posso fermarmi a coprirmi, in un secondo sono zuppo e dopo 3 minuti finisce tutto. 
Zuppo, infreddolito e incavolato vado avanti di buon passo asciugandomi in moto, anche se l'aria non era più calda come i giorni precedenti.
Tutto sembrava andare bene, non pioveva e la strada scorreva asciutta, faceva solo freddo.
Arrivati sotto Dax la strada, una comunissima extraurbana a doppio senso, si biforca, da una parte continua e sulla sinistra inizia una nuova strada. 

Ci trovavamo dietro una macchina verde pisello che procedeva tranquillamente e come tutti gli automobilisti francesi si spostava sulla destra per lasciarci passare, odiavo questa cosa e non la superai per un po, fino a quel momento in cui per l'ennesima volta ci faceva spazio.
Stufo di questa cosa inizio il sorpasso ma proprio quando siamo a fianco alla macchina vedo la freccia di sinistra illuminarsi e la macchina girare di colpa a sinistra, non so con quale forza ma riesco a buttare giù la moto carica senza farmi prendere dal panico e facciamo tutta la svolta con la fiancata della macchina a pochi centimetri dalle ruote!!!
Appena ritiro su la moto, inchiodo e mi attacco al clacson, mi affianco e riempio di insulti e gesti la conducente che se ne va. 
Io e Valeria ci fermiamo un secondo, ci è mancato davvero poco e la somiglianza con l'incidente di Innsbruck è spaventosa. Il modo in cui ci siamo salvati ha del miracoloso!

Ripartiamo con molta più calma e attenzione. 
Nella mezz'ora successiva riprende a piovere in modo normale ma questa volta non si ferma più e continuerà fino a Bordeoux! 
Ho sperato tutto il tempo che andando verso il mare, spostandoci di tanto ed essendo piena estate sarebbe spuntato un caldo sole, invece nulla. 

300km di pioggia più o meno forte, che a 110-120 km/h è sempre troppo forte, con raffiche di vento freddo e un traffico di tir impressionante.
Ho guidato cosi per circa 3-4 ore , zuppo, tra brividi di freddo, il casco che si appannava ogni 5secondi, tir e macchine che alzavano muri d'acqua e roulotte rigirate dal vento sulle rampe (non scherzo). 
Arriviamo disperati, gelati e senza pranzo ad Arcachon. Avevamo sperato che essendo un posto di mare il tempo sarebbe migliorato invece il viaggio era stato un incubo.
Ad Arcachon capiamo che fa troppo freddo e piove troppo per stare in campeggio, la robba è zuppa e non c'erano le condizioni per visitare le famose dune di sabbia.
Appena apprendiamo che non c'è un posto libero nemmeno qui, chiediamo di trovarci un posto a Bourdeaux. La signorina ci trova una stanza a 35euro a notte,ci comunica con aria schifata che ha i bagni in comune,forse non ha capito con chi sta parlando.... La prenotiamo subito ma dobbiamo arrivare entro un'ora e ci sono 50km da fare.

Mentre ce ne andiamo, dal tipo di persone che incontriamo e dalla marea di camper italiani che si sono materealizzati dal nulla, capiamo che il posto meritava davvero e ci dispiace non potergli dedicare tempo.
Siamo ormai abituati alla pioggia e non vediamo l'ora di entrare in camera, quindi divoriamo i 50km e in poco tempo troviamo l'hotel.

È di una catena che si chiama F1, economico ma molto efficiente. È basato sul fatto che il check-in si fà da soli con carta di credito ma per fortuna arriviamo in tempo per trovare la signorina della reception.
La camera non è male,è da tre, un letto matrimoniale e un letto a castello sopra le nostre teste, un piccolo lavandino con specchio in un angolo.
Ad accoglierci in camera ci sono dei sensuali gemiti di passione da qualche camera vicina, che si protraggono per circa 10 minuti, sono l'unica cosa che mi distraggono dal freddo e dal tremolio che da un paio di ore si è impossessato di me!!!
Il bagno è in comune. Sono sempre spaventato dalle condizioni di questi bagni ma con grande sorpresa scopriamo che ci sono 4 bagni per piano, 2per uomini e 2per donne.
Anche le docce sono in comune e ce ne sono 3.
La cosa ammirevole è che sono tutti automatici, si scaricano, si lavano e si profumano tutto da soli appena chiudi la porta.
Mai trovati sporchi o puzzolenti. Stessa cosa per le docce, sempre caldissime, comode e spaziose, ma soprattutto asciutte e pulite!!!

Verso le 7, dopo una doccia bollente infinita, riusciamo ad uscire indossando tutto ciò che non è bagnato, fuori fa freddo ma ha smesso di piovere.
Ci accorgiamo che la zona dove ci troviamo non è per niente carina, sembra il bronx, pochissima gente, edifici abbandonati e rovinati, carcasse di macchine e camper ovunque.
Eppure a piedi ci mettiamo 5 minuti forse meno ad arrivare in pieno centro , questa differenza tra centro e periferia in pochissimo spazio l'avevamo già notata in altre città francesi ma qui è molto accentuata.

5 minuti dopo siamo 500metri più avanti e sulla sponda opposta del fiume, è pieno centro!
Gli edifici sono grossi e imponenti in uno stile che ricorda più quello di una fredda città del nord Europa. Il centro non è molto grande e in un'oretta scarsa lo visitiamo quasi tutto.
Ci colpisce soprattutto una fontana sul lungo fiume. È al livello del marciapiede e se non fosse per l'acqua non si capirebbe che c'è.
È regolata per fare vari giochi d'acqua ed effetti visivi curiosi e la cosa più strana è che una marea di gente, nonostante il freddo ci gioca scalza con i bambini.

Questa gioia e allegria la ritroviamo anche in tutte le
viuzze interne piene di ristoranti etnici e francesi. È una città più viva di quello che sembra.
Ci consoliamo del freddo e del viaggio con un bel panino farcito con un po di tutto e una crepes calda alla nutella!!! 
Torniamo presto e verso le 9 siamo sulla via del ritorno, siamo stanchissimi e inizia a fare troppo freddo. Riusciamo comunque a goderci un rossissimo tramonto e la luminaria di Bordeaux che ci colpisce per i suoi colori che vanno dal verde al viola, dando alle strade un aspetto surreale. 

Tornati in hotel, mi assicuro che la moto sia controllata, visto che deve stare tutta la notte fuori in quel quartiere, ma vengo a sapere che chiudono il cancello da lì a breve e che c'è un guardiano. Meglio di nulla.
In camera passo una buona ora ad asciugare con il phon gli abiti ancora bagnati e penso a cosa fare l'indomani. Poi crollo.

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